AMORE E VERITÀ

maschere

Quante vole abbiamo confuso l’amore con il possesso, con la risposta ad una richiesta, con un passaggio naturalmente obbligatorio, con una dimostrazione di tenace resistenza, con una manifestazione emotiva?

Quante volte abbiamo cercato di cambiare noi stessi per essere accolti, accettati, amati?

Quante volte abbiamo mentito sul significato di amore?

Il concetto di amore a cui siamo stati “programmati”, quello cioè che ci racconta il mondo attraverso libri, canzoni, film, trasmissioni, storie di vita, battaglie per i diritti civili, ecc ecc è ben diverso da ciò che è scritto nel nostro cuore.

Siamo creature, anzi, siamo creati a immagine di Dio: Tu ci hai fatti per Te Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te” scriveva S.Agostino.

Non avremo pace finchè il nostro cuore non riposerà in Lui che è l’amore. Dio è amore.

Come amare senza conoscere Dio che ne è la fonte? Come amare senza riempirci di Lui?

Ma amore e verità viaggiano sempre insieme: non c’è amore senza verità e non c’è verità senza amore.

La difficoltà maggiore è essere veri prima di tutto con noi stessi, perchè vedere la verità sugli altri è molto facile, sempre che sia verità: quella donna è troppo attacata a sua madre, quell’uomo è troppo legato alla carriera, se continua così perderà sua moglie. Quella donna anziana è davvero un’ingrata, non si accorge dei sacrifici dei suoi figli…

Quando si tratta di essere VERI con noi stessi, allora il gioco si fa duro. Possiamo chiedere un parere a Chi ci conosce bene benissimo, tanto che sa perfino il numero dei nostri capelli.

Signore, fammi vedere la mia miseria, mostrami cosa non gradisci della mia vita. Fammi vedere i miei peccati perchè io possa pentirmene e provarne dolore per poi confessarli. Quanti fratelli ho ferito? Quante volte ho maledetto la mia vita con il lamento? Per quali grazie non ti ho benedetto?

La verità su noi stessi è difficile da accettare, presuppone una buona dose di umiltà, che è sempre da chiedere come grazia perchè la nostra dotazione di partenza è stata corrosa dal solito peccato originale. L’orgoglio ci perseguiterà fino alla fine, sarà una battaglia dura in cui dobbiamo schierarci dalla parte del Vincitore e usare tutte le armi che la Chiesa ci mette a disposizione: confessione, eucaristia, la parola di Dio, il digiuno, la preghiera.

Ho visto molte coppie sposarsi al termine di lunghi fidanzamenti ritrovarsi stanchi e depressi dopo pochi anni di matrimonio. Perchè? Per mancanza di verità.

Non dimentichiamo che uno solo ha detto “Io sono la Via, la VERITÀ e la Vita”: o era un pazzo, o era davvero Dio. (Che non è la cosa peggiore che ha detto, se consideriamo quella faccenda di “chi non mangia la mia carne e non beve il mio sangue….”)

La verità dunque è Gesù, Colui che entra come una spada nella nostra vita, se glielo permettiamo, per dividere il vero dal falso, la verità dalla menzogna, la vita dalla morte.

Come opera? Con la Sua parola, con il Suo Santo Spirito, con le Dio-incidenze (incontri “fortuiti”, situazioni “impreviste” in cui ci viene donata una luce sulla nostra vita.)

Parliamo dunque del fidanzamento, che per la Chiesa è un tempo di prova. Non è una prova per vedere se l’altro aderisce alla mia immagine ideale di principe azzurro o della star del cinema di turno, ma è un tempo dato per verificare che quel sentimento che è nato venga davvero da Dio. Il fidanzamento è un tempo per chiedersi se lui/lei è la persona con cui voglio raggiungere la santità. Lui/lei condivide il mio modello di vita in cui al centro c’è Gesù e tutto ruota intorno a lui?

E se non è così, voglio accettare che lui/lei potrebbe non cambiare mai? Sono capace di amarlo/a così com’è senza cercare di plasmarlo/a secondo il mio volere?

La mancanza di verità fa sì che si possa dire: sì, lo voglio, sono disposta ad amarlo per sempre, con tutti i suoi difetti e i suoi no, in ricchezza e povertà, in salute e malattia, nella buona e cattiva sorte! Ma chi può resistere ai tradimenti ripetuti, alle violenze anche solo verbali, al costante disinteresse, alle umiliazioni quotidiane, alle false accuse, all’insofferenza manifesta, per tutta la vita matrimoniale?

Pensiamoci bene prima di immolarci sull’altare dell’amore, perchè spesso è l’altare dell’egoismo e del possesso. Ci piace così tanto l’altro che lo VOGLIAMO ad ogni costo, ma non siamo pronti ad accettarlo così com’è. Intanto cominciamo a sposarci, poi lo cambierò. Lui/lei non cambia e l’altro/a non si affida a Gesù chiedendo la grazia di amarlo così com’è. Nessuno dei due fa il primo passo, così uno dei due giungerà alla conclusione più comune: “Non ti amo più, cosa ci posso fare? Mi vuoi fare violenza?”. Come se l’amore fosse solo un “sentire” e potesse prescindere dalla ferma decisione di compiere atti d’amore.

Nessuno vuole accettare che la soluzione è partire da sè. Signore, sei morto per questa creatura, Tua Madre l’ama come ama te. Voglio amarti di più attraverso il mio coniuge. Aiutami a guardarlo con i Tuoi occhi.

Altra mancanza di verità la si riscontra nei dialoghi di coppia. Non si ha il coraggio di ammettere che certe cose non riusciamo proprio a sopportarle, magari anche nell’intimità.

La donna soprattutto, come ho detto altre volte, crede che l’uomo sia telepatico. No. Non lo è, e per fortuna. Dobbiamo imparare a parlare, magari invocando prima lo Spirito Santo perchè ci dia la carità necessaria ad esprimere concetti che potrebbero ferire.

“Cos’hai cara?”

“Niente!”

“Ok!”

Lui non fa la fatica di andare oltre, lei non vince l’orgoglio di chi pensa CI DEVE ARRIVARE DA SOLO!!!!”

Impariamo a parlare tra noi, a non avere paura di dire “Sono un po’ addolorata perchè non ti sei ricordato che oggi è il nostro anniversario”.

Non vale dire “Sono addolorata perchè non hai capito che avevo bisogno di aiuto a sparecchiare visto che sapevi che ho il mal di testa!”, perchè questo è l’orgoglio che parla. L’umiltà fa dire “Ti dispiace sparecchiare tu per favore? Ho mal di testa”, senza poi criticare perchè lui ha lasciato una macchia sul pavimento.

“Làsciati lavare i piedi”, mi dice mio marito quando voglio fare Wonder Woman e rifiuto il suo aiuto. Questa è mancanza di umiltà.

Ho visto spesso matrimoni finire con la moglie che fa improvvisamente le valigie e l’uomo che commenta: “Non capisco cosa le sia successo, fino a ieri andava tutto benissimo!”

Diciamoci la verità, anche quando è difficile da dire. Sono geloso, sono invidiosa, sono depressa, sono stanca di questa situazione, sono in un momento di aridità, HO BISOGNO DI AIUTO, HO BISOGNO DI TE.

Chiediamo allora a Gesù di essere per noi per il nostro matrimonio, la nostra relazione con i figli, gli amici, ecc, la LUCE CHE ILLUMINA E TENEBRE.

Le nostre tenebre, naturalmente.

Ascolterò che cosa dice Dio,
il Signore: egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con fiducia.

Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.

Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

In questo tempo particolare le desidero più che mai.

Quante vole abbiamo confuso l’amore con il possesso, con la risposta ad una richiesta, con un passaggio naturalmente obbligatorio, con una dimostrazione di tenace resistenza, con una manifestazione emotiva? Quante volte abbiamo cercato di cambiare noi stessi per essere accolti, accettati, amati? Quante volte abbiamo mentito sul significato di amore? Il concetto di amore a…

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